Novamont: 100 milioni per l’impianto che produce materiale chimico da zuccheri e batteri

Novamont: 100 milioni per l’impianto che produce materiale chimico da zuccheri e batteri
MILANO – Cento milioni di euro per dare vita a un progetto unico al mondo: costruire un impianto per la produzione di butandiolo – un componente fondamentale di tessuti elasticizzati, scocche dei telefonini a molto altro – non più da fonti fossili, ma dalla fermentazione di fonti rinnovabili. La società controllata da Intesa Sanpaolo e guidata da Catia Bastioli ha presentato l’impianto vicino a Rovigo, aggiungendo che la produzione del sito vicino al Delta del Po verrà utilizzata soprattutto per la realizzazione di plastiche biodegradabili per le confezioni e le buste di frutta e verdura, o comunque prodotti alimentari. L’impianto produrrà 30mila tonnellate all’anno di composto.

Novamont aprirà domani lo stabilimento Mater-Biotech a Bottrighe: sarà in grado di produrre direttamente da zuccheri attraverso l’utilizzo di batteri con un risparmio di oltre il 50% di emissioni di Co2. Il butandiolo è un composto chimico derivato dal butano, un intermedio chimico ottenuto da fonti fossili e molto usato sia come solvente che per la produzione di plastiche, fibre elastiche e poliuretani, che vale un mercato di 1,5 milioni di tonnellate per circa 3,5 miliardi di euro all’anno, e che si stima nel 2020 raggiungerà 2,7 milioni di tonnellate con un valore di oltre 6,5 miliardi di euro.

Nella presentazione Bastioli ha parlato di “bioeconomia”: “La sfida non riguarda solo industria e agricoltura ma molto di più – ha spiegato – riguarda la possibilità di sfruttare siti deindustrializzati e tecnologie prime al mondo per costruire impianti che non siano cattedrali nel deserto ma punti di connessione e di partenza per nuove iniziative”. Il nuovo impianto di Bottrighe a regime darà lavoro a 70 persone, ma si arriverà a 180/200 calcolando l’indotto.

“Mater-Biotech è un tassello di un sistema di impianti primi al mondo e interconnessi – ha continuato l’ad Bastioli – al quale dobbiamo guardare come un formidabile acceleratore, come un punto di moltiplicazione di opportunità della filiera delle bioplastiche e dei chemical, per chi produce materie prime, per chi fa prodotti finiti, per nuove idee imprenditoriali, per
la creazione di posti di lavoro, per chi si occupa di progettare un futuro di maggiore sostenibilità ambientale e sociale”. Il 2015 per Novamont si è chiuso con un turnover di 170 milioni di euro ed investimenti per ricerca e sviluppo di circa mille brevetti (6,4% del fatturato).

fonte: LA Repubblica.it