Forte aumento dei costi elettrici per le PMI

La pressione del costo del dispacciamento è alla base dell’impennata delle tariffe elettriche pagate dalla piccole imprese che dal 1° luglio 2016 interrompono il sentiero di discesa degli ultimi due trimestri.

L’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica sul mercato di maggior tutela di una micro-piccola impresa (MPI) tipo per il terzo trimestre 2016 segna infatti un aumento del 9,4% rispetto al trimestre precedente:

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Anche in ottica tendenziale l’Indice ritorna a salire (+0,5%) dopo aver registrato un calo nei precedenti sei trimestri:

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L’Indice proposto da Confartigianato intercetta la dinamica dei prezzi per sette profili maggiormente rappresentativi di imprese artigiane e micro e piccole imprese fino ai 20 addetti e trova la sintesi in un profilo tipo con una potenza impegnata di 45 kW e un consumo annuo di 60 MWh che al terzo trimestre 2016 sostiene un costo annualizzato per l’energia elettrica di 11.647 euro, in aumento di 1.003 euro rispetto al costo basato sulle tariffe del trimestre precedente.

Considerando il dettaglio delle voci di costo secondo il glossario di Bolletta 2.0 (grafico sotto), il forte aumento rilevato in ottica congiunturale è da imputarsi all’aumento di più di un quarto (+26,8%) della componente della spesa per la materia energia trainata dall’incremento del 70,2% del dispacciamento.

In parallelo la componente Energia segna una crescita del 14,2%, mentre sono stabili sia la spesa per il trasporto e la gestione del contatore sia la spesa per gli oneri di sistema.

Su base tendenziale il ritorno in territorio positivo dell’Indice Confartigianato è da imputarsi alla crescita del 6,5% rispetto al III trimestre 2015 della spesa per la materia energia, su cui agisce il raddoppio (+108,3%) dal dispacciamento, mentre la componente energia è in calo del 12,1%.

Sempre su base tendenziale la spesa per gli oneri di sistema è stabile (+0,2%), mentre la spesa per il trasporto e la gestione del contatore è in flessione dell’11,0%. Nel complesso gli oneri fiscali e parafiscali pesano per il 42,7% del costo totale.

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“L’impennata dei costi – si legge in una nota dell’associazione – è particolarmente grave in una fase del ciclo economico caratterizzata da deflazione”, secondo gli ultimi dati disponibili a maggio 2016 i prezzi alla produzione del settore manifatturiero no energy scendono del 0,8% su base tendenziale e la pressione verso l’alto del costo dell’elettricità compromette la competitività e la redditività delle imprese in un contesto di domanda – in particolare quella internazionale – ancora debole.

“I rischi di incremento dei costi per le piccole imprese sottostanti al superamento del mercato di tutela e alla riforma degli oneri – per quest’ultima gli effetti sono amplificati dalla retroattività di applicazione al 1 gennaio 2016 (si veda altra analisi Confartiginato, ndr) – associati ai maggiori costi per il dispacciamento, condizionano il raggiungimento del target di policy della riduzione del 10% del costo dell’energia elettrica individuato oltre due anni fa nella presentazione del Presidente del Consiglio ‘La svolta buona” del marzo 2014 e depotenziano gli effetti della manovra ‘taglia bollette’”, denuncia l’associazione.

fonte: qualenergia.it