Citi: “Big Data, rinnovabili e storage, così avremmo energia quasi gratis”

Leggere di “energia gratis” fa sempre aggrottare le sopracciglia.

Questa volta però a parlarne non è qualche post Facebook su improbabili tecnologie “che le lobby ci hanno tenuto nascoste” basate sul moto perpetuo, né stiamo riprendendo la propaganda anni ’60 sul nucleare, che prometteva elettricità “too cheap to meter”, cioè “troppo a buon mercato per misurarla”. Quello che abbiamo davanti infatti è un nuovo report del colosso della finanza Citi sulle “disruptive technologies”, le tecnologie che secondo la banca d’investimento rivoluzioneranno l’economia in vari ambiti (in allegato in basso per gli abbonati a QualEnergia.it PRO).

Nel campo dell’energia per Citi a cambiare tutto sarà la combinazione di tre fattori: lo sviluppo delle tecnologie informatiche capaci di gestire enormi quantità di dati, le fonti rinnovabili a costo marginale quasi nullo come fotovoltaico ed eolico e i sistemi di accumulo.

“Le tecnologie Big Data e gli strumenti di analisi avanzati si stanno sviluppando molto rapidamente, permettendo di migliorare la previsione, la gestione, la customizzazione e la democratizzazione dell’energia”, si legge nel documento.

Questa evoluzione, abbinata al calo dei prezzi delle rinnovabili e dei sistemi di accumulo avrà l’effetto “di abbassare drasticamente i costi dell’energia per tutti, con la possibilità di giungere ad avere energia praticamente gratuita”, prevedono gli analisti.
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Il futuro che Citi prevede in realtà non è altro che quello che stiamo vedendo realizzarsi lentamente già oggi e che su queste pagine negli ultimi 9 anni abbiamo avuto l’onore di raccontare: la produzione di energia è sempre più decentrata, con l’irruzione della scena del prosumer, il consumatore che è anche produttore, i consumi sono gestiti in maniera più efficiente, il modello centralizzato, basato sui grandi impianti termoelettrici è in crisi.

Quel che è interessante del report è il ruolo di acceleratore della transizione energetica che secondo il report sarà svolto dall’IT.

Le tecnologie informatiche, mostra il report, hanno ricadute importantissime in tutti gli ambiti del vastissimo settore energia: renderanno più facile trovare risorse fossili, come gestire in maniera efficiente i consumi energetici casalinghi.

Ma, soprattutto, i nuovi software permetteranno di prevedere in maniera molto precisa la produzione da rinnovabili non programmabili e i coordinare al meglio la rete e gli scambi di energia, anche tra i prosumer, e di gestire sempre più efficacemte le centrali elettriche virtuali, che aggregano piccoli impianti di produzione ma anche di consumo.

Questo, secondo il report, porterà ad una proliferazione della generazione distribuita a livello locale, con modelli che Citi definisce di “transactive energy”: stiamo parlando di configurazioni come le in cui gli utenti produttori sono messi nelle condizioni di scambiarsi l’energia tra loro o di agire sul mercato in forma aggregata, appunto come centrali virtuali.

L’esempio fatto nel report è quello del programma “Reforming the Energy Vision” dello Stato di New York (del quale abbiamo parlato qui), ma potremmo citare molte altre esperienze che si stanno facendo in questo senso: si pensi ad esempio ai casi di Transactive Grid negli Usa e della Sonnen Community in Germania (che abbiamo raccontato in “I BitCoin dell’energia rinnovabile e la rete dei piccoli venditori e utenti”).

In questo scenario, afferma City, utility e società di distribuzione dovranno trasformarsi in “piattaforme” su cui avvengono questi scambi: divenire aggregatori delle risorse distribuite. Anziché investire nelle tecnologie per produrre energia, si sottolinea, dovranno puntare su quella per gestirla.

Insomma, quando l’energia sarà “quasi gratis” tutto starà nel coordinare produzione consumo dei piccoli grazie alla rete intelligente.

FONTE : qualenergia.it